mercoledì - 31 Maggio 2023
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    Alessia Gambone – Giambyphoto racconta la sua carriera da fashion photographer

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    La fotografa Alessia Gambone in arte Giambyphoto ci delizia con lo sviluppo della sua carriera e della sua passione per la fotografia nel quale riesce a catturare un piccolo momento felice per farlo vivere per sempre

    Alessia Gambone ha 24 anni ed è originaria di Montella in provincia di Avellino.

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    Sin da piccola la sua passione è stata sempre quella per la fotografia, ritraendo in particolare i suoi amici; da quella piccola macchinetta digitale regalatale dai suoi genitori all’età di 10 anni, intraprende la strada dei suoi sogni, e ad oggi a soli 24 anni Alessia Gambone è riuscita addirittura a collaborare con i suoi artisti preferiti.

    Parlaci un po’ di te, come hai intrapreso questo percorso?

    “Sono una Fashion Photographer e da un paio anni anche una Tour Photographer, quindi mi occupo principalmente di moda e dei tour di artisti famosi; parallelamente a questo mi occupo anche di eventi soprattutto in chiave glamour, nel quale faccio un reportage di quei momenti in modo dinamico. Da piccola mi divertivo a fare foto agli amici, quando andavamo agli eventi con la famiglia la mia piccola macchinetta fotografica era sempre con me; a 16 anni hanno iniziato a chiamarmi anche per qualche evento in paese, nei quali sono sempre riuscita a colpire chiunque con le mie ritrattistiche. Successivamente mi sono laureata 2 anni fa alla triennale  di fotografia a Napoli e successivamente ho intrapreso un master di Fashion Photography a Milano concludendo all’incirca nello stesso anno perché studiavo in concomitanza con la stesura della tesi.”

    Quindi il primo soggetto che ti piace mettere in evidenza nelle foto non sono mai paesaggi ma sempre le persone, come mai?

    ” Assolutamente, il paesaggio è fine a se stesso, – afferma Alessia Gambone – un qualsiasi luogo o qualsiasi monumento sono cose che si possono andare a visitare nuovamente volendo, ma fare una foto a una persona che guarda per la prima volta quel monumento è tutto un altro discorso, mi piace cogliere la bellezza e la spontaneità di quel momento, non chiederò mai al soggetto di mettersi in posa(se non per mettere in mostra qualcosa di specifico come un abito oppure un accessorio in una campagna pubblicitaria), perché la posa più bella è quella reale che viene sul momento, e io sono fissata col catturare quei particolari e renderli miei, renderli indimenticabili”

    Quando parli dei tuoi scatti hai una luce negli occhi molto particolare, quindi ti chiedo, cosa provi nel momento in cui senti che lo scatto verrà perfetto?

    “La domanda è un po’ difficile, perché in quel momento sento un mix di emozioni; io ho un mio metodo, in ogni evento voglio essere invisibile, perché voglio rubarti un momento, recuperarlo, imprimerlo e ridartelo in modo che quando vedrai quelle foto tra 15 anni vivrai la stessa emozione. Principalmente sento molto un senso di responsabilità che mi spinge a trovare quello che per me è la perfezione, composto da una luce buona o una buona inquadratura.”

    Cosa pensi della fotografia?

    “La fotografia è per me l’unico modo d’espressione che si avvicina alla mia visione, l’unico modo per esprimere ciò che sono, ciò che mi piace ed è l’unico mezzo con il quale riesco a dar voce ai miei pensieri. Quando quella fotografia è tra le mie mani ho sentimenti un po’ contrastanti, soprattutto se si tratta di qualche foto personale, all’ inizio la vedo perfetta ma dopo un po’ cerco sempre quel particolare che potrebbe migliorare.”

    Quale è stato il tuo primo progetto fotografico?

    “Al primo anno di università dove mi facevo prestare dei vestiti da alcune boutique e ci facevo gli shooting per i progetti degli esami”

    Lavori anche a Milano attualmente?

    “Si, principalmente lavoro sulle sfilate di moda e gli eventi d’alta moda come la Fashion Week, ma non lavoro solo a Milano, il mio lavoro mi porta un po’ ovunque. La particolarità è che non sto mai più di due giorni nello stesso posto, soprattutto attraverso i tour con gli artisti.”

    Hai lavorato con molti artisti, quali sono quelli che ti hanno colpito particolarmente?

    “Sicuramente i miei preferiti sono stati Guè Pequeno e Luchè, li ho conosciuti, abbiamo parlato e sono rimasti molto soddisfatti del mio lavoro, ad esempio Guè ha voluto tenere alcune polaroid che gli ho scattato. E’ stata una cosa molto intensa, perché partire da un paesino e ritrovarsi a fare queste esperienze è stata la soddisfazione più grande. Sono riuscita ad interagire con loro perché a me piace instaurare rapporti umani, anche se sono persone che influenzano il mondo, hanno bisogno anch’essi dei propri spazi, infatti mi permettono di entrare nei backstage e di fare molte cose che magari un altra persona non avrebbe modo di fare.”

    Alessia Gambone

    Prima hai accennato ai concerti a cui hai partecipato, come quello di Luchè dopo il Covid, cos’è successo durante la pandemia per quanto riguarda il tuo lavoro?

    “E stato un delirio, la fotografia è una di quelle che è stata maggiormente colpita durante la pandemia, come vi eventi legati ad essa; durante quei mesi però sia io, sia i miei colleghi non ci siamo scoraggiati e abbiamo iniziato ad analizzare la fotografia sotto altri aspetti che forse prima vedevamo in maniera diversa. Nel mio caso ho iniziato un lavoro su me stessa, interagendo con il mio primo percorso da Autoritrattista, avendo un sacco di tempo a disposizione provavo molte pose e molti scatti in modi diversi da come lavoravo in precedenza, e questo mi ha fatto acquisire più autostima in me stessa anche studiando le particolarità del mio corpo e del mio viso. Ritrovarti chiusi a casa da un giorno all’altro specialmente per noi giovani sempre super impegnati sicuramente non ha aiutato molto, ma ognuno di noi è riuscito a conoscersi meglio e a sviluppare aspetti che sicuramente prima avevamo rinchiuso in noi stessi, o dei quali non eravamo ancora a conoscenza.”

    La tua carriera è iniziata soprattutto a Milano e in altre famose città Italiane, come mai hai deciso di continuare anche qui in Irpinia?

    “Io credo una cosa, per tutti è semplice fuggire da queste piccole realtà che sono i nostri paesi, la vera sfida è saper restare, coltivare e far conoscere altri aspetti che magari qui sono un po’ messi in disparte. Ho aperto lo studio fotografico nella mio paesino natale perché noi siamo la nuova generazione di questi posti stupendi che ci regalano molto e dobbiamo saperlo metterle in risalto in tutta la sua bellezza su ogni aspetto. E bello avere la possibilità di spostarsi ed imparare cose nuove fuori, ma è anche figo saperlo ricreare qui, nella nostra terra.”

    Dopo tutto il percorso che sei riuscita a costruirti, cosa ti sentiresti di dire alle nuove generazioni che si sentono costrette a dover rinunciare ai propri obbiettivi per paura di non farcela?

    “Io mi sentirei di dire – conclude Alessia Gambone – anche se un obbiettivo sembra impossibile da raggiungere bisogna sempre provarci, perché dobbiamo ricordare che il mondo di oggi è nelle nostre mani, e solo noi possiamo decidere cosa fare, specialmente della nostra vita.”

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